> Allestimento

Biennale 2011, Trieste

2011

 

Magazzino 26 si mette in mostra a Trieste.
Grande è stato l’impegno della Città di Trieste, del Sindaco Dipiazza, e ora con rinnovato, convinto impegno dell’attuale Sindaco Roberto Cosolini, in perfetta continuità amministrativa, a segnalare il prevalere della dignità e del valori civici condivisi, per partecipare alla Biennale di Venezia nell’estensione del Padiglione Italia a tutta l’Italia.


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Questo consente di conoscere e di riconoscere talenti e intuizioni artistiche di personalità che avrebbero rischiato di essere ignorate o sommerse.
biennale int01L’inventario o repertorio di pittori, scultori, ceramisti, fotografi, videoartisti, grafici, designer, rivela una realtà varia e variegata, con peculiarità e affinità di regione in regione, componendo un mosaico che intende rappresentare, con la massima approssimazione, la realtà artistica italiana.

Il Friuli Venezia Giulia ha una presenza notevole di artisti che spesso mostrano visioni originali e compiacimento o consapevolezza delle radici locali.

La presenza a Trieste è equivalente a quella a Venezia.

biennale int02Talvolta ha più motivato titolo per considerazioni estetiche che prescindono dalla indicazione di uno scrittore, di un poeta, di un regista, di un filosofo, eletto a patrono, come accade a Venezia.

Ma in particolare a Trieste le condizioni espositive sono anche più favorevoli che a Venezia per la straordinaria opportunità, perseguita con tenacia da me e da tutti i miei referenti locali, di potere riaprire al mondo, e anche ai triestini, il Porto Vecchio, al quale, come è noto, io ho riversato una particolarissima ed efficacissima azione di tutela imponendovi un vincolo che ne preserva l’integrità.

Questo ha consentito non solo di preservarlo ma anche di iniziarvi il recupero con il Magazzino 26 realizzando un progetto di Autorità Portuale, aggiudicato dall’impresa Maltauro de Eccher, del quale la direzione dei lavori è stata affidata al prof. Paolo Portoghesi con un progetto di restauro redatto dall’arch. Rossella Gerbini, in concerto con l’allora Soprintendente Giangiacomo Martines, ora Direttore Regionale dei Beni Culturali.
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Compiuta l’impresa, il meraviglioso padiglione non era stato ancora utilizzato né aperto al pubblico.

E quindi è un’occasione straordinaria questa che restituisce il Porto Vecchio alla città, ne riapre gli accessi e ne promuove la rinnovata confidenza attraverso un’estensione della Biennale di Venezia nel luogo più corrispondente e analogo all’Arsenale, dove oggi è accolto il Padiglione Italia.

L’uso del Magazzino 26 è stato agevolato, e anche economicamente sostenuto per la lungimirante disponibilità e collaborazione della Società Investitrice Portocittà che ha ottenuto la concessione demaniale dell’area. Così gli artisti del Friuli Venezia Giulia si gioveranno di una condizione espositiva privilegiata che ne metterà alla prova valore e capacità.
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Una commissione, aperta, anche con efficaci segnalazioni di provenienza regionale - a Trieste coordinata da Pietro Colavitti, Carolina Lantieri Piccolomini, Barbara Fornasir, Federica Luser, e Giuliana Carbi (per la sezione InCE) in stretto collegamento con il Comitato di studi coordinato da me e senza alcun sostegno da parte della Regione, ha proposto gli artisti che io ho osservato con grande interesse e selezionato, spero efficacemente e rispettosamente, per questa 54. edizione della Biennale di Venezia.

Le opere sono state accolte da un progetto di architettura espositiva ed allestimento, che ha tenuto in massima considerazione gli spazi esistenti, curato dallo studio Gerbini&Partners e dallo studio Metroarea Architetti Associati.
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L’impegno e la capillarità della ricerca hanno trovato forte sostegno in sponsor quali il Comune e la Provincia di Trieste, Comune di Duino Aurisina, Autorità Portuale di Trieste, Camera di Commercio di Trieste, Fondazione CRTrieste, Portocittà, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, che hanno condiviso il progetto riconoscendone l’utilità non solo per l’arte contemporanea ma anche per la città di Trieste.

Speriamo che la composizione di questo mosaico restituisca lo stato dell’arte nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia che ha visto Trieste come ultima gemma.
Vittorio Sgarbi

 
 
 

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